Riaccendiamo i motori della vitalità giovanile
Ora che si intravede una luce in fondo al tunnel, pur nel generale clima di stanchezza ed esasperazione che tutti soffriamo, cominciamo a domandarci: come sarà il futuro? Cosa ne sarà delle società sportive che non hanno potuto resistere? Sarà possibile tornare a fare sport, come prima della pandemia? Interrogativi cui cerca di rispondere anche la grande comunicazione, con inchieste, analisi, dossier. Domande che si pongono le persone comuni, le famiglie, i genitori, preoccupati per i loro figli. Vista così, per come appare dal quadro statistico oggi, la realtà è devastata. Società che non riprenderanno più, dirigenti che lasciano, collaboratori che mai più chiamati a dare un contributo. Non è però questa la lettura della realtà fatta dal Csi. Qual è allora il filtro che propone il Csi? Anzitutto il filtro della speranza, della fiducia nei nostri mezzi, nei dirigenti, nelle famiglie e nei ragazzi che sceglieranno di riprovare a fare sport con noi. Certo dovremo farci trovare pronti con nuove ed attuali modalità, adatte ai bisogni di oggi, diversi dai soliti, poichè il virus ha purtroppo fatto danni ingenti sì nell’ambito sanitario, sociale ed economico, ma anche culturale e relazionale. In un simile contesto, che si presta più alla rassegnazione che al coraggio, un segno che l’Associazione ha proposte da fare e non è intenzionata ad alzare bandiera bianca, sta nella concretezza da sempre nostra caratteristica. Siamo già in aprile inoltrato e per ogni iniziativa non possiamo fare altro che pensare all’estate. Bene, allora è il tempo di fare proposte, presentare progetti, fare programmi. Stasera, in videoconferenza, presenteremo le nostre proposte estive, particolarmente attente al mondo giovanile. Il silenzio del disagio dei ragazzi non deve ingannarci: hanno sofferto più degli altri, più degli adulti che hanno sempre avuto almeno la possibilità di prendere iniziative, di cercare di difendersi, di organizzare diversamente il tempo a disposizione. I ragazzi invece sono stati travolti da questa coltre nera d’inattività alla quale non han potuto opporre altra iniziativa se non ricavarsi spazi nel proprio io, spesso soli in una camera, fra compiti e lezioni a distanza, amici videocollegati, messaggi o poco altro. È scomparso il gioco, è evaporata la gioia, l’allegria. Tutto finito? No. Tutto da recuperare subito. Ai ragazzi è stato imposto di spegnere il motore della loro vitalità, e dobbiamo approfittare delle settimane venture per proporre progetti coinvolgenti, andando incontro ai loro bisogni e delle famiglie. I Comitati territoriali del Csi non hanno mai smesso di sperare e hanno sempre tenuta accesa la fiammella della fiducia. Ora si può pensare seriamente a come ripartire e presto ne vedremo i primi frutti.